Reportage fotografico realizzato nel campo di Souda sull’isola greca di Chios, 2016.
Chios è un’isola greca nella parte orientale del Mar Egeo, a sole 9 miglia nautiche dalla Turchia. Vive di turismo e di industria navale, e dall’esplosione della crisi siriana è stata da subito uno dei punti nodali per entrare in Europa, attraverso la vicinissima Turchia. La maggior parte dei migranti che sbarcavano sulle spiagge di Chios, su imbarcazioni di fortuna, erano siriani. Fuggivano dalla guerra, dall’ISIS. Molti di loro erano stati in carceri e campi di concentramento in Siria, Turchia, Libia.
Su una delle spiagge nel pieno centro della capitale, ai piedi delle rovine di un antico castello, aveva cominciato a formarsi molto velocemente un campo spontaneo, “Souda Camp”. Il campo governativo di Vial non era in grado di accogliere il gran numero di persone che sbarcavano ogni giorno, quasi mille nei periodi più intensi. Molti migranti arrivati sulla spiaggia con i barconi si fermavano a Souda, dormendo per terra, all’aperto, sotto delle automobili, o all’interno di tende e container forniti da UNHCR.
Ora Souda Camp non esiste più, è stato smantellato e i suoi abitanti reindirizzati verso altri campi oppure rimandati in Turchia, condividendo il triste destino di molti altri rifugiati che bussano alle porte dell’Europa.